Battambang e dintorni

Battambang è la terza città della Cambogia e secondo le guide ha una romantica atmosfera coloniale. Dove risieda questo lato boho decadentista sinceramente non lo abbiamo capito.  Quello che ha questa città è piuttosto una certa vivacità culturale e gastronomica che ci ha dato inaspettate soddisfazioni. Anche fare gli scemi sugli attrezzi ginnico pubblici, a dire il vero… ma siamo gente semplice e ci divertiamo con poco. 20181101_150226

I dintorni di Battambang offrono qualche gita piacevole, ma è inevitabile che dopo la nostra maratona di Siem Reap il tempietto locale ci faccia quasi tenerezza. È pieno di fiori bellissimi, però, e anche insoliti. Non  sapevamo che in Cambogia si trovassero i girasoli. Il gigantesco Budda scrostato è invece una visione inquietante. Ti aspetti quasi che prenda vita come l’omino Michelin di Ghostbusters.

Insomma,  le principali attrattive cittadine, tempietto a parte, per noi si sono riassunte prosaicamente in  un paio di buoni ristoranti, un negozio di pietre e cristalli e un massaggio khmer. E no, del trenino di bambù non ce ne poteva fregare di meno.

Già che ci siamo, apriamo una breve parentesi sul massaggio Khmer ad uso dei temerari che volessero tentare l’esperienza. Il massaggio khmer è pesante. A tratti doloroso. Non prevede oli ma una specie di pigiamino che non copre tutto il corpo e che non evita comunque di uscire con i lividi lasciati da impastamenti profondi se disgraziatamente si ha la pelle delicata.  Però funziona. A fine seduta si sentono i benefici. A voi decidere. A me una volta è bastato. Che poi, così piccole, dove la trovano tanta forza? Per quanto mi riguarda esperienza fatta, ma non ripetibile. Ci sono tecniche altrettanto efficaci che non ti fanno sentire come un manzo di Kobe messaggiato a legnate. Chiusa parentesi.

Una interessante escursione dalla zona di Battambang è invece quella al Beantey Chhmar.

Si,  un altro tempio! Ce li vogliamo vedere tutti! Soprattutto quelli che somigliano al Ta Prohm.

A dire il vero non è vicinissimo. Per arrivarci dobbiamo prendere un taxi. Avevamo previsto collegamenti migliori e più economici, ma la strada è in rifacimento (come tutte le strade cambogiane a dire il vero) e  per una volta ci concediamo il lusso della macchina con autista come i turisti VIP.

Il tempio è abbastanza isolato e assolutamente deserto. La media dei 6 visitatori al giorno ci pare decisamente veritiera. A parte i giovani del luogo che fanno le vasche in motorino lungo i vialetti esterni, avremo visto si e no altre quattro persone. E due probabilmente passavano di lì per caso.


I bassorilievi superstiti sono belli e fanno scattare il giochino “conta le braccia e indovina chi é”.
Il confine tra divinità e mostro qui è un po’ labile.
La palma indiscussa la vince comunque lei. Mostro o moderna eroina al servizio del progresso? Comunque abbiamo deciso: il prossimo costume per Halloween è quello di addetta al traffico sulla via per Battambang.

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